Nel vasto universo del Design System, ogni elemento funge da mattone fondamentale per la costruzione di interfacce coerenti e scalabili. Seguendo la logica dell’Atomic Design, il colore come il caratteri tipografici non sono dettagli secondari, ma elementi capaci di influenzare la percezione e guidare l’azione dell’utente.
In questo articolo, esploreremo come trasformare il colore da una semplice preferenza estetica a un linguaggio funzionale e inclusivo. Vedremo come definire una palette che risuoni con l’identità aziendale, mantenendo un equilibrio cromatico efficace e, soprattutto, come fare scelte che garantiscano l’accessibilità, superando le sfide poste da difetti visivi come il daltonismo.
Il colore come atomo nel Design System
L’Atomic Design mira a costruire interfacce coerenti e scalabili partendo dalle componenti più piccole, gli atomi. Nel contesto di una dashboard, il colore rientra a pieno titolo tra gli atomi del sistema:
- Aumenta la coerenza: oltre a rendere un brand riconoscibile in ogni elemento, utilizzare una palette definita e standardizzata, previene la confusione e mantiene l’esperienza di navigazione intuitiva.
- Guida l’utente: L’uso mirato del colore all’interno di alcuni elementi (come un bottone o in modo più esteso nell’header) aiuta l’utente a identificare la funzione dell’elemento e la gerarchia delle informazioni.
Linee guida per una palette colori efficace nelle dashboard
Se la dashboard è destinata a un brand specifico, è importante richiamare immediatamente l’identità aziendale. Una dashboard che aderisce all’identità visiva del brand non solo offre un’impressione di professionalità e cura dei dettagli, ma rafforza anche la percezione dell’azienda. Sia i clienti che i dipendenti vedranno l’organizzazione come solida, affidabile e ben strutturata, aumentando di conseguenza la credibilità dei dati che vengono presentati.
Iniziate con l’identificazione del colore principale, che avrà una forte presenza nella dashboard. Nelle organizzazioni più strutturate, questo è definito nel manuale d’identità visiva (o Brand Manual). Se il manuale non è disponibile, potete ipotizzare un colore primario analizzando le tonalità che emergono dal logo.
Successivamente si definisce una palette secondaria, composta da tinte da integrare al colore principale. Solitamente per orientarsi in questa fase, ci si affida a quella che nelle arti visive prende il nome di teoria del colore: un insieme di principi consolidati — derivanti da tentativi e approcci nelle arti visive — che illustrano quali combinazioni cromatiche sono più esteticamente efficaci e funzionali.
La selezione per la palette secondaria si avvale di questi schemi e include diverse tipologie di tonalità, ognuna con una funzione specifica, seguendo principi come:
- Tonalità simili: più chiare, più scure o comunque affini al colore principale, utilizzate per creare coerenza visiva.
- Tinte neutre: necessarie per le sezioni di analisi che richiedono un aspetto più discreto.
- Colori ad alto contrasto: ideali per segnalare feedback o per distinguere gruppi di informazioni eterogenei.
Equilibrio Cromatico: pochi colori, ma funzionali
Dopo aver definito il colore primario e una palette secondaria, è cruciale non cadere nell’errore di un uso smodato dei colori, che produce un immediato sovraccarico visivo.
L’effetto è molto simile a quando, da studenti, approcciamo gli evidenziatori per la prima volta e, nella foga, finiamo per marcare quasi tutto. In un secondo momento, quando riapriamo il manuale per prepararci al compito in classe, scopriamo che tutte quelle frasi evidenziate non ci aiutano, perché in un foglio tutto evidenziato, nulla è in evidenza.
A questo proposito, la Regola del 60-30-10 aiuta a bilanciare la distribuzione dei colori. Questa regola è nata nell’interior design e nella moda, ma è stata ampiamente adottata anche nel web design e nell’UX (User Experience) per creare schemi cromatici armoniosi e ben strutturati.
La formula suggerisce di distribuire i colori in una composizione seguendo queste proporzioni:
- Un colore di sfondo che occupa la maggior parte dello spazio (60%) e stabilisce il tono generale dell’interfaccia. Spesso è un colore neutro o comunque tenue, in modo da non sovraccaricare la vista e da fungere da tela per gli altri elementi.
- Un colore per elementi di medie dimensioni (30%) per aggiungere profondità visiva. Aiuta a suddividere lo spazio e a guidare l’occhio.
- Colore d’accento a contrasto (10%) per attirare l’attenzione su elementi specifici.
Le scelte cromatiche, for ALL: accessibilità nelle dashboard
Le scelte cromatiche nella progettazione di interfacce non sono solo una preferenza estetica o di stile. Costituiscono un elemento fondamentale per garantire l’accessibilità e l’usabilità agli utenti.
Quando si progetta un’interfaccia per un vasto pubblico, è fondamentale tenere conto che il punto di vista di chi progetta non è un punto di vista universale, e che non tutti gli utenti percepiscono il mondo (e i colori) allo stesso modo.
Una delle considerazioni primarie per una fruizione ottimale è l’attenzione ai difetti visivi, in particolare il dicromatismo (comunemente noto come daltonismo).
Gli utenti dicromatici, specialmente quelli affetti da Protanopia o Deuteranopia, faticano a distinguere determinate tonalità. L’esempio più critico e diffuso è l’uso del rosso e del verde per veicolare informazioni binarie (es. stato di errore/negativo vs. stato di successo/positivo). Per chi ha queste forme di daltonismo, questi colori tendono a fondersi, apparendo come sfumature indistinguibili di giallo-marrone.
Per garantire che le informazioni siano comprensibili al maggior numero possibile di persone, è fondamentale non affidarsi esclusivamente al colore come unico veicolo di significato. Anche utilizzando assi cromatici “sicuri” (come blu-arancio o blu-giallo), il colore dovrebbe sempre essere supportato e affiancato da elementi secondari per garantire la massima accessibilità:
- Contrasto di Luminosità (Luminanza): Scegliere colori che presentino un’alta differenza tra chiaro e scuro. La distinzione rimane percepibile anche quando le tonalità cromatiche si confondono.
Ad esempio: una combinazione di verde brillante e rosso scuro può ancora essere decifrata grazie alla differenza di luminanza. - Canali di Informazione Secondari: Utilizzare forme, pattern, icone, o testo che rafforzino il messaggio e lo rendano comprensibile anche in assenza di percezione cromatica.
Ad esempio: Invece di un punto verde per Successo e un punto rosso per Errore, utilizzare l’icona di un segno di spunta (✓) verde e una croce (✗) rossa.
Il colore è ... linguaggio funzionale
Il colore in una dashboard trascende la mera estetica per diventare un vero e proprio linguaggio funzionale. Imparare a gestire il colore, significa orchestrare la percezione, infondere coerenza e guidare l’occhio verso un’informazione o un’azione.
Quando è gestito con cura, precisione e inclusione, non solo risuona con il brand, ma stabilisce una profonda e affidabile connessione con l’utente.
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Questo articolo è stato scritto e redatto da uno dei nostri consulenti.
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