Il turismo outdoor: qualche dato

Il turismo outdoor rappresenta un modo di viaggiare sempre più usato da giovani e famiglie che ricercano uno stretto contatto con la natura attraverso escursioni, trekking, passeggiate e itinerari in mountain bike. L’Italia rappresenta il mercato principale del comparto open-air e le previsioni per il 2022 sembrano riportarci ad una situazione pre-pandemica. In questo articolo sfrutteremo i dati ISTAT ed EUROSTAT per analizzare lo storico del comparto outdoor e due possibili scenari per l’anno in corso.

Per l’analisi che segue è stato deciso di escludere l’anno 2020, dal momento che il Covid ha avuto un forte impatto per il settore del turismo in generale. Secondo lo scenario “Best”,  nel 2022 ci saranno circa 48 milioni di presenze per il comparto “en plen air”; una previsione di crescita rispetto all’anno precedente dell’ 8% e non troppo distante dai risultati pre-Covid del 2019 (-14%).

In questa previsione, il mercato italiano s’impone sugli altri Paesi europei con circa 26 milioni (+12% rispetto al 2021) di presenze in camping e village, che corrispondono al 54% circa dell’intero settore e con una flessione di appena il 5% rispetto ai risultati del 2019. Anche per il mercato estero, in questo scenario ottimistico per il 2022, ci si aspetta una crescita del settore del turismo all’aria aperta con presenze stimate sui 22 milioni circa. Tale dato è maggiormente visibile sui “top 5 mercati esteri” rappresentati da Germania, Austria, Paesi Bassi, Svizzera e Francia, per i quali si stima un incremento superiore al 5% rispetto al flusso registrato nel 2021. Dal confronto tra le presenze del 2022 (circa 19,5 milioni) con quelle del 2019, i volumi si sono ridotti di oltre il 20%; inoltre, in confronto ai dati fatti registrare antecedentemente alla pandemia, il peso percentuale rispetto all’intero settore del turismo outdoor è previsto in diminuzione con un passaggio dal 45% al 41%. Tali fattori indicano una ripresa più lenta nel resto d’Europa rispetto a quella che sta avvenendo nel nostro Paese.                                                               Dando invece uno sguardo alle previsioni più pessimistiche, ci si accorge come per l’anno in corso l’Italia resti comunque leader del settore con circa 25 milioni di presenze e una crescita stimata all’8% rispetto all’anno precedente, rafforzando così l’ipotesi di ripresa del turismo nostrano. Il confronto rispetto agli ultimi anni lascia comunque speranzosi, con risultati decisamente migliori rispetto a quelli fatti registrare nel 2021, dove il gap con il 2019 era stato superiore al 15%.

Spostando la nostra attenzione sulla situazione europea, si nota come lo scenario maggiormente negativo preveda una flessione rispetto al 2021, con volumi pari a circa 20 milioni di cui oltre 17 riferiti ai “top 5 mercati esteri” in diminuzione di oltre il 30% rispetto al 2019 e in calo dell’8% rispetto all’anno precedente.                                             

Infine, gli altri mercati rilevanti (Danimarca, Repubblica Ceca, Polonia e Regno Unito) rappresentano una piccola fetta del settore con un peso inferiore al 3% rispetto a tutto il mercato estero. In questi Paesi, la previsione per la prossima stagione può variare molto a seconda dello scenario. Per i paesi dell’Est sarà sicuramente molto importante l’impatto della crisi ucraino-russa. Per i mercati del Nord Europa, come Danimarca e Regno Unito è prevista una leggera ripresa del settore pari al 4%; nello scenario peggiore tale percentuale si ripete ma con segno opposto. Il principale fattore di impatto per questi Paesi è rappresentato dal rincaro dei prezzi e quindi da una minore capacità di spesa.

In conclusione, osservando l’evoluzione degli ultimi anni, è possibile comprendere al meglio come si muoverà il mercato del turismo en plein air e più in generale dell’outdoor. Se, da una parte la pandemia ha avvicinato le persone a un concetto di turismo volto a riscoprire le peculiarità del proprio Paese, con maggior attenzione verso ciò che ci circonda ed una rinnovata coscienza ecologica, dall’altra il segmento dell’open air si sta trasformando gradualmente così da poter garantire un’offerta di servizi sempre più di qualità, come testimoniano i trend più recenti dell’outdoor: dal “glampling”, che unisce il camping al glamour delle sistemazioni full comfort, alle nuove piattaforme di sharing economy applicate al turismo all’aria aperta come “Goboony” (piattaforma di affitto camper) e “Click&Boat” (piattaforma di affitto barche).

 

 

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