La settimana scorsa in Italia la benzina è costata in media 2,07 euro al litro, dopo aver avuto un rapido aumento a seguito dello scoppio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Nella settimana del 14 marzo la benzina era arrivata al suo picco massimo, costando fino a 2,18 euro al litro.
I prezzi che si stanno registrando negli ultimi quattro mesi sono i maggiori mai avuti nel nostro Paese negli ultimi quindici anni, superando anche il picco che si era avuto tra l’estate e l’autunno del 2012.
Il gasolio al momento è a 2,03 euro, mentre il GPL si ferma a 0,83 euro al litro ed è ancora sotto i livelli che raggiunse nel 2012, quando toccò gli 0,9 euro.
Guardando alle componenti di prezzo della benzina, si vede che il 59 per cento del prezzo totale è dovuto al prezzo netto fatto dai distributori, mentre il 23 per cento è dovuto alle accise e il 18 per cento all’Iva. Ad essere aumentato è in gran parte il prezzo netto, che a fine dicembre 2021 era pari al 0,7 euro al litro e ora è a 1,2 euro. Le accise hanno invece avuto un importante calo passando da 0,7 euro a 0,5 euro.
Il taglio di venti centesimi voluto dal governo di Mario Draghi ha portato le accise al valore più basso, in termini nominali, degli ultimi quindici anni. Senza questo taglio la benzina avrebbe potuto arrivare a poco meno di 2,5 euro al litro in media.
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