Internet è sicuramente una grandissima invenzione dell’era moderna. Ci permette di apprendere e conoscere molto del mondo che ci circonda ma, allo stesso tempo, ci ha portato via qualcosa. Tra tutte, per esempio, la capacità individuale di ricordare le cose. Ovviamente, invecchiando, i nostri ricordi hanno sempre teso a diminuire, ma oggi, a tutte le età, si tende a soffrire di “poca memoria”.
Nicky Case, sviluppatore di videogame che realizza straordinarie visualizzazioni interattive, ha recentemente tenuto un mini talk (tutto da ascoltare!) al Game Developers Convention (il più grande raduno annuale di sviluppatori di videogiochi professionali) sui processi cognitivi di apprendimento. Nicky sostiene che in passato potevamo ricordare circa 7 cose alla volta, invece, ora saremmo a 4.
A fronte di questi dati e di questa involuzione, il rendere “memorabili” le dashboard è una vera e propria sfida per tutti i creatori visivi che ogni giorno si confrontano con migliaia e migliaia di dati.
Che cos’è “memorabile”?
Cosa significa rendere qualcosa “memorabile”? Gli studi hanno dimostrato che uno stile grafico, un marchio o un’icona sono più facilmente riconoscibili e memorizzabili da tutti, ma i dati rappresentati risultano complicati da interiorizzare e tenere a mente.
Prendiamo in esame la realtà di The Economist. Ha un marchio molto distintivo per i suoi grafici: c‘è un rettangolo rosso nell’angolo in alto a sinistra e una sottile linea rossa che attraversa la pagina. Lo sfondo è grigio chiaro o blu. Il colore predominante dei dati del grafico è sempre il blu.
Lo stile di tutti i grafici risulta molto simile: è facile associare qualsiasi visualizzazione specifica proveniente da questa rivista. A causa di questa somiglianza, allo stesso tempo, è complicato ricordare se la si è già vista e quali informazioni tratta un grafico specifico.
La strategia di The Economist si focalizza sull’essere riconosciuto enfatizzando l’uniformità nel colore, nella forma, nello stile. Si tratta di una scelta discutibile sotto diversi punti di vista. Prendendo questa direzione, infatti, si diminuiscono le possibilità che le informazioni riportate sui grafici vengano ricevute, interiorizzate, conservate o richiamate.
Cosa rende “memorabile” un’informazione?
Grazie a ricercatori come Michelle Borkin che lavorano nel campo della data –viz ogni giorno, conosciamo alcuni elementi strategici che rendono memorabile una visualizzazione.
In un esperimento, Michelle ha scoperto che non importa se le fonti siano pubblicazioni scientifiche, infografiche, testate giornalistiche o pubblicazioni governative. L’unico aspetto teso a rendere una visualizzazione “memorabile” a colpo d’occhio è la presenza o meno di fotografie o figure di oggetti umani riconoscibili, oltre all’impiego di specifici grafici, colori e densità visive.
Il ruolo del titolo
In un successivo esperimento che sfruttava la tecnologia dell’eyetracking, la Dott.ssa Borkin e il suo gruppo di ricerca hanno scoperto che la maggior parte delle visualizzazioni definite “memorabili” a colpo d’occhio (dopo solo 1 secondo di codifica) sono spesso le stesse quelli che risultano memorabili anche dopo un’esposizione prolungata (10 secondi di codifica).
Una scoperta interessante è stata constatare che le persone abbiano trascorso molto tempo a fissare il titolo di ciò che stavano visualizzando. Più di quanto non avessero fatto su elementi maggiormente riconoscibili! Quando ai partecipanti è stato chiesto cosa ricordassero di più, non ha sorpreso che l’elemento menzionato più spesso fosse proprio il titolo.
L’esperimento ha inoltre evidenziato, in modo rassicurante, che le immagini non distraevano i partecipanti. Gli utenti non si sono fissati sulle icone in modo significativo, ma le stesse hanno aiutato a fornire una descrizione migliore di ciò che stavano vedendo.
Quali consigli seguire per una dashboard “memorabile”
In sintesi, ecco alcuni consigli utili per realizzare una dashboard memorabile.
- Utilizzare immagini che accompagnano i dati.
- I grafici a griglia, a matrice, ad alberodiagrammi sono i grafici maggiormente “memorabili”. I grafici a linee, a barre, a bolle, e le tabelle risultano meno assimilabili.
- Il titolo è molto importante. È l’elemento che le persone guardano più a lungo e memorizzano più facilmente.
- Ripetere le informazioni in più modi. La ridondanza o la codifica in modi diversi dello stesso dato aiuta a imprimere le informazioni nella memoria delle persone.
- Non temere l’uso dei colori. I grafici più “memorabili” hanno sette o più colori distinti.
E se in molti casi predomina il “less is more”, a pensarci bene, il mondo umano è ancora tale. Alle persone piacciono le foto, la ripetizione, i colori e riescono a ricordare meglio volti e suoni particolari. È la natura umana e, in qualità di creatori visivi, è bene interrogarsi su come l’essere umano si connetta con i dati e le informazioni, come riesca a interiorizzare, trattenere e ricordare.